Barbablù è la versione Nothomb della famosa favola: un’irriverente ragazza belga trova un sontuoso alloggio a Parigi per una cifra irrisoria, ma le condizioni del contratto prevedono la condivisione dell’appartamento con l’eccentrico e ricchissimo proprietario, di cui si dice abbia fatto sparire le otto donne che hanno preceduto la nostra protagonista.
Lo stile di Amélie Nothomb è unico, così come i suoi romanzi brevi. Questo è il suo terzo romanzo che leggo e sono tutti fortemente originali e diversi l’uno dall’altro. Lo stile è incalzante e i dialoghi raffinati e incisi.
Ci vuole una particolare attenzione quando si legge questa scrittrice che riesce ad esprimere senza dire e a descrivere meccanismi che dimostrano un’acuta conosccenza della natura umana.
Parole in prestito: “Quando ci si innamora, si negozia a posteriori con sé stessi, per vedere se ci si autorizza quell’assurdità. La giovane aveva avuto la sfortuna di invaghirsi di un uomo decisamente losco: il negoziato fu dunque burrascoso, e inutile.”
Barbablù
di Amélie Nothomb
ed. Voland