
Innanzi tutto ho sbagliato fierucolina e sono andata a quella della seconda domenica del mese, che è una specie di mercato dei Ciompi (ma di questo vi parlerò in un’altra occasione) in formato mignon, in secondo luogo vi dico che i necci non li ho assaggiati, non per cattiva volontà, ma perché anche alla fierucolina giusta, quella della terza domenica del mese, non ce n’era nemmeno l’ombra. Ora però, mi sembra doveroso raccontarvi almeno che cosa sono questi necci e, per l’esattezza, necci di Piteglio.
Piteglio è un paesino delle montagne intorno a Pistoia dove pare ci siano ancora parecchi boschi di castagne. Ovviamente gli abitanti di queste zone hanno sempre fatto abbondante uso di farina di castagne, specialmente cotta sotto forma di omelette dello spessore di circa tre, quattro millimetri, i cosidetti “necci”.
Comunque mi sono fatta un bel giretto in entrambi i mercatini perchè se mi date uno spiraglio di sole e quattro bancarelle di quel che vi pare, frutta e verdura, cianfrusaglie, tessuti, antichità vere o presunte, libri usati, insomma quel vi pare, io sono felice. Se poi ci troviamo in una piazza progettata da quel genio di Brunelleschi, il quadro è perfetto anche se il freddo è pungente.
Dal primo mercatino sono tornata con una spilla finto Trifari, mentre dalla seconda, dedicata ai prodotti biologici, sono tornata con un vasetto di dado biologico, ancora da testare, e un sacchetto di biscotti al farro e nocciole senza uova e latticini, che è stato svuotato in un baleno.
Certo ci dovrò tornare per provare olio, formaggi, sughi e naturalmente altri biscotti tutti rigorosamente biologici e a km zero. E poi chissà, magari la prossima volta riesco a trovare questi fantomatici necci.